Previously on Ladybug Chronicles: Coccinella è un ragazzo come tutti noi, che ancora bambino scopre, osservando il cugino Giovanni detto Camicia Unta, il mondo dei Personal Computer. Dopo aver passato anni perdendo la vista sul suo Commodore 64, tenta la strada del multiplayer prima con il Joystick di Marino detto Calippo e in seguito con il Gamepad di Marta Mammella. In pieno periodo universitario scopre che nei nuovi Gamepad è stato aggiunto un mini Joystick, lo stick analogico, e tutte le sue certezze cominciano improvvisamente a sgretolarsi.Gli anni passati davanti alle console portarono Coccinella a dimenticare i propri impegni scolastici, ritrovandosi così al terzo anno fuori corso con ancora decine di esami sconosciuti mancanti, dei quali non si degnò nemmeno di seguire le prime lezioni.
In realtà l’inaspettata avventura con Andrea l’aveva sconvolto nel profondo e scoprire quel Gamepad con lo stick gli fece crollare tutte le credenze che si era creato a proposito della sessualità del suo videogiocare. Era allo stesso tempo Gamepad e Joystick, ma in realtà non era nessuno dei due.
Videogiochi sempre più androgini |
Le sue esperienze continuarono, ma era svanita quella scintilla, quella voglia di esplorare, quella sensazione di essere in grado di dominare tutti i videogiochi. Come poteva diventare il re dei videogiochi se ad ogni nuova generazione veniva proposta una nuova periferica semplificata per rendere campioni anche i meno dotati? Per quale motivo avrebbe dovuto adattarsi alla triste verità che la tecnologia si evolve per semplificare la vita di tutti?
Richieste minime per giocare a Far Cry |
Forse era arrivato il momento di chiudere tutte le sue macchine da gioco in uno scatolone per lasciarlo ammuffire in garage tra i solventi da pavimento della madre e le gomme chiodate (e arrugginite) del padre.
Fu così che Coccinella si perse tutta la generazione PlayStation 2, X-Box e Dreamcast. Ma fu anche così che riuscì a laurearsi finendo gli esami in un solo anno. Tuttavia quella pergamena ormai non significava più nulla: a che poteva servire una laurea in informatica senza più la forza della passione videoludica?
I mesi a seguire videro il ragazzo cadere nella profonda depressione di chi si ritrova con un bagaglio culturale inutilizzabile e senza speranze di specializzarsi in qualcos’altro. Provò con la cucina, ma la sua mente digitale non era in grado di elaborare ricette fantasiose. Provò come centralinista di prodotti da televendite, ma fu licenziato quando i superiori si accorsero che avvisava sempre i clienti che quelle console da 59 euro chiamate Playgame con 150 giochi non erano altro che vecchi Sega Megadrive rispolverati e mascherati da Playstation.
“Signora, è il miglior regalo per suo figlio, creda ammè!” |
Il lavoro più duraturo fu quello di commesso al centro commerciale Atlantide, dove vendendo televisori riuscì a ritrovare una parvenza di interesse verso qualcosa, ma, come prevedibile dal nome, l’attività affondò brutalmente e i proprietari se ne scapparono a Santo Domingo trattenendosi anche le sue ultime 4 mensilità.
Coccinella, senza lavoro, senza soldi e senza stimoli dovette anche sorbirsi gli insulti e le accuse della madre, che indicava nelle delusioni provocate dal figlio il motivo per cui da mesi si era buttata prepotentemente sull’alcool, nonostante la realtà indicava in Amici di Maria De Filippi il vero motivo della sua insoddisfazione: “Se solo fossero esistiti questi reality ai miei tempi!”.
Maurizio Costanzo nella parte di Maria De Filippi |
Ben presto la situazione in casa diventò insostenibile, e l’ultimatum arrivò direttamente dal padre, il professore di fisica Carlo detto il Bosone, per il fatto che più di una volta era riuscito a presenziare ad oltre 10 diverse feste per soli uomini nella stessa sera. Esso infatti non riuscì più a tollerare la presenza del figlio sotto il proprio tetto, e senza troppi ripensamenti arrivò alle fatidiche parole: “Fai la valigia e vattene, è ora di crescere!”.
Leone di Lernia nella parte del padre Carlo detto il Bosone |
Fu così che Coccinella cercò aiuto negli amici, e solo allora si accorse di non averne più nemmeno uno. Da quando aveva abbandonato il mondo dei videogames, aveva improvvisamente perso la stima di tutti i contatti principali, e anche quelle persone che in passato lo rispettavano per la sua abilità davanti a un monitor smarrirono completamente interesse nei suoi confronti.
Coccinella decise di lasciarsi definitivamente alle spalle il passato e, facendo la scelta più zingara che poteva, cominciò a fare l’autostop in cerca di una nuova vita, una vita che forse non l’avrebbe più riportato a casa.
Grande cammeo di Doc Manhattan nel ruolo del fantascienzio autista che favorì quella zingarata |
I giorni passarono e i chilometri percorsi aumentarono, ma involontariamente non riuscì ad allontanarsi mai da Recensopoli, come se nessuna macchina avesse intenzione di uscire dalla sua città. Come se non esistesse altro al di fuori della sua città. Il giovane arrivò a dubitare della realtà stessa, ma senza soldi e senza cibo realizzò facilmente che continuando così avrebbe presto incontrato un Manny Calavera qualsiasi.
Ma proprio uno a casaccio! |
La svolta avvenne leggendo un cartellone pubblicitario: “Grande Torneo Revolution!”, con un premio di ben 10.000 monete d’oro. Tra le regole era ben sottolineato il fatto che il gioco per la competizione sarebbe stato inedito per tutti e targato Nintendo, un po’ come per quella ciofeca di film che qualcuno gli fece vedere da bambino.
Nella prossima puntata: Coccinella partecipa al torneo Revolution!