Previously on Ladybug Chronicles: Coccinella è un ragazzo come tutti noi, che ancora bambino scopre, osservando il cugino Giovanni detto Camicia Unta, il mondo dei Personal Computer. Dopo aver studiato nelle riviste di settore le meccaniche (o meglio, le informatiche) per utilizzare il suo nuovissimo Commodore 64, scopre che purtroppo tutte quelle ore a fissare uno schermo luminoso traboccante di radiazioni gli hanno indebolito la vista, e così Coccinella è costretto ad indossare gli occhiali. Quella nuova estetica da nerd non passò inosservata, e ben presto fu invitato dall’ambiguo amico Marino detto Calippo alla prima esperienza multiplayer.Negarsi ad un amico era una pessima mossa che Coccinella aveva sempre evitato: gli amici ti possono far copiare i compiti, possono far credere ai genitori che quelle 4 ore passate ogni pomeriggio a guardare Bim Bum Bam siano in realtà un momento di proficua socializzazione con l’amico, e sopratutto possono prestarti il dischetto con l’ultimo eccitante gioco che tuo babbo non ti ha voluto comprare perché “è roba da grandi”.
In particolare, Marino detto Calippo si era sempre dimostrato particolarmente disponibile e gentile con Coccinella, ma tutte queste attenzioni non si erano mai dimostrate un problema. Ora, però, le cose sembravano diverse. In casa di Marino detto Calippo c’era uno strano odore di deodorante per ambienti alla cannella, come a voler nascondere la puzza stantia di frittura che prepotentemente usciva dalla cucina invadendo tutte le altre stanze.
Con Provolino nella parte di Marino detto Calippo |
Senza tanti fronzoli, l’amico fece strada verso la sua cameretta, dipingendola come la stanza del computer e, sottolineando subito le sue intenzioni, indicò il letto e disse: “non ci sono i miei, possiamo fare tutto quello che vogliamo”. La mamma di Coccinella sarebbe tornata a prenderlo solo per l’ora di cena, quindi qualsiasi cosa succedesse, non ci sarebbero state vie di fuga.
Marino detto Calippo non aveva cambiato idea sul fare un gioco in due, e dopo aver acceso il computer aprì il cassetto della scrivania, quello sotto la tastiera, e tirò fuori il suo joystick, un oggetto piuttosto atipico, con due grossi pulsanti e uno stick rosso piccolo piccolo.
L’Albatros di Calippo, pulito e lucidato per questa foto! |
Il Joystick di Coccinella era di ben diversa fattura, grande come quello che usano gli uomini importanti che guidano gli aerei, così, nonostante la buona volontà, il nostro protagonista non riuscì a trattenere una risata di scherno verso l’amico. Marino detto Calippo però sembrò preparato a quella reazione e rispose: “Cocci, per giocare la dimensione del Joystick non è importante, è importante solo saperlo usare! Tu credi di saper usare veramente bene il tuo?”.
Le dimensioni contano? |
Coccinella si sentì sfidato, anche se non vedeva come l’amico avrebbe potuto rivaleggiare con un affare che sembrava voler scivolare via di mano ad ogni utilizzo. Così, impugnando ognuno il proprio dispositivo, cominciò la prima sfida, con uno di quei giochi dove vince chi sbatte più velocemente a destra e sinistra lo stick, qualcosa-Games.
Salta bene o prendi le botte (ah ah ah) |
Incredibilmente non solo Coccinella perse, ma lo fece clamorosamente! Da lì la prova che effettivamente le dimensioni del Joystick non contavano, ma contava l’allenamento.
L’umiliazione fu alta e la situazione sembrò passata unicamente in mano a Marino detto Calippo, ma alla frase: “adesso riproviamo, io uso il tuo e tu il mio”, Coccinella si senti avvolgere da un virile orgoglio e, pur ammettendo di aver perso, si rifiutò di continuare verso quella strada e chiese la rivincita con relativa bella in caso di parità.
Marino detto Calippo aveva solo giochi originali! |
Impegnandosi fino a sudare, Coccinella riuscì a dominare la rivincita, la bella, la ri-rivincita e la ri-ri-rivincita cambiando gioco. Da quella giornata Coccinella imparò tante cose, ma sopratutto che la chiave del successo sarebbe stata imparare a dominare il proprio Joystick, e solo quello.
Nella prossima puntata: Coccinella alle prese con un altro grande dilemma del mondo: le donne.