Dopo Sensible World of Soccer, prosegue la rassegna “mundialita” di vecchi videogiochi calceschi. Questa volta si va ancora più indietro nel tempo, raggiungendo il 1990 e il suo mondiale tutto italiano.
Affrontiamo allora i nostri avversari nel Italia ’90 della U.S. Gold.
Non è che sia mai stato un gran fan della U.S. Gold, ma ai tempi dell’Amiga era impossibile non ritrovarsi tra i propri dischetti un gioco che mostrasse un loro logo.
L’azienda britannica, infatti, come publisher distribui molti titolo considerabili tripla A, come i vari California Games, Flashback, Monkey Island e Indiana Jones e l’ultima crociata (l’avventura grafica).
Purtroppo, nonostante il buon fiuto nello scegliere certi giochi, nella maggior parte dei casi quello che usciva marcato U.S. Gold era spesso riferito a porting non all’altezza delle controparti originali (come Ghouls’n Ghosts, Street Fighter o Final Fight) o peggio ancora, a ciofeche storiche come gli action game di Indiana Jones (Last Crusade e Fate of Atlantis), che troppo spesso venivano venduti dagli spacciatori di dischetti come fosse la versione adventure.
Ma lasciando perdere le mie delusioni infantili, un gioco che al contrario mi occupò diverse ore di gioco dopo i mondiali del 1990 fu proprio questo Italy 1990.
Diciamo subito, paragonato ai suoi principali rivali Kick Off 2 e il più vecchio Microprose Soccer, non regge minimamente il confronto.
Il gioco però fa di tutto per presentarsi bene. Prima di giocare infatti ci viene mostrata una schermata statica molto ben fatta che rievoca i più famosi calciatori dell’epoca, e un attimo prima della partita, un presentatore, che somiglia a Casper Van Dien di Starship Troopers, ci presenta il match. Durante la scelta della squadra, si scopre inoltre che i nomi dei giocatori sono quelli veri (chissà se a quei tempi si pagavano licenze).
Ad esaltare ulteriormente l’utente ci pensa una grafica in gioco piuttosto gradevole, con sprite credibili, alternata alle immagini del cartellone luminoso che evidenziano le interruzioni nel gioco (gol, falli laterali, ammonizioni ecc.). Inoltre, per l’epoca, erano molto gradevoli anche le animazioni dei calci d’angolo e delle rimesse dal fondo.
Quello che purtroppo stona (e stonava) terribilmente è il reparto sonoro. Quando c’è.
Durante la partita infatti non ci sono suoni se non i rimbalzi della palla. Quando invece si segna parte una musichetta di una inadeguatezza senza pari. In pratica un motivetto tristissimo che neanche lontanamente rende giustizia alla difficoltà impiegata per segnare.
Il motivo per cui in passato ci abbia giocato tanto è difficile a dirsi.
Il gioco è veloce, ma le sue meccaniche sono abbastanza limitate: in base alla durata della pressione del tasto si sceglie se allungarsi la palla, se passarla (dritta per dritta, senza sapere se poi ci sarà qualcuno a raccoglierla) o se tirare in porta. Con la classica pressione del tasto seguita dal movimento del joystick in direzione opposta, si fa il pallonetto. In assenza di palla, con il tasto si fa unicamente la scivolata.
Messa così sembra una discreta varietà di mosse, ma la realtà è che il gioco fa di tutto per invogliarti a tenere la palla dalla difesa fino alla porta avversaria, dove, se si sarà abbastanza fortunati (o si conoscono i trucchi) si potrà segnare.
Giocare contro il computer è la cosa più noiosa che si possa fare. Anche contro squadre forti non si fatica a mantenere il totale possesso di palla.
Contro un amico la situazione migliora solo parzialmente. In questo caso la complessità del gioco viene invertita, poiché l’avversario sarà in grado con una semplice scivolata di rubare agilmente la palla. Fare gol diventa quindi questione di fortuna o di totale inesperienza dell’avversario.
In conclusione, Italy 1990 della U.S. Gold è un gioco promosso fino al momento in cui non si decide di cominciare la partita. A quel punto, scoperti i 2-3 trucchetti fondamentali, diventa un mezzo lavoro in fabbrica.