Capirete l’incredulità quando, pochi mesi dopo l’uscita di John Rambo, lo stesso Stallone fece girare la notizia di star lavorando a un film che avrebbe riunito un cast d’eccezione con tutti i volti storici del cinema d’azione.
Le voci di corridoio, quelle che di solito non c’azzeccano mai, nominarono praticamente tutti, tanto da far sembrare questo progetto uno scherzo di cattivo gusto.Tra smentite e conferme, l’anno seguente cominciarono a uscire le prime foto dal set e, chi l’avrebbe mai detto, c’erano veramente tutti. Certo, quasi tutti, perché Kurt Russell viaggiando tra i pianeti era diventato una brutta copia di Mac Gyver, Steven Seagal si negò appena scoprì che mancava la parola “Trappola” nel titolo italiano e i vari Vin Diesel, The Rock e energumeni moderni vari non erano abbastanza rugosi per l’egocentrico Sly.
Ma non sarebbe mancata la scena più attesa della storia del cinema, non solo dal nostro BrunoB (che ha fatto una recensione molto più romantica e profonda di questa qua) ma da tutto il mondo intero: l’incontro tra “l’ultimo grande eroe” e lo “specialista”! Rimando alla recensione di BrunoB per saperne di più.
Ma questa è e rimarrà sempre un’operazione nostalgica indirizzata a chi ha sempre sognato il film d’azione americano definitivo. Per chi invece, come me, ha sempre considerato Bud Spencer e Terence Hill i veri maestri delle botte, un’americanata del genere puzzerà molto di reunion per festeggiare 100 anni di carriera, per mostrare chi ce l’ha fatta e chi è sparito e per strizzare l’occhio alla smania di remake e seguiti che da una decina d’anni sta invadendo le sale (primo fa tutti proprio il Rocky Balboa di Stallone).
Rocky sfida la California |
Nel suo egocentrico guardarsi allo specchio, però, il film rimane piacevole e le scene d’azione sono esaltanti e adrenaliniche, proprio come ci si aspetterebbe. Stallone, come sempre, sente la necessità di metterci i sentimenti, l’amore e tante altre piccolezze, ma lo fa a brevi sorsi, senza annoiare, e lo spettacolo ne guadagna.
Dalla trama non c’è da aspettarsi niente: Stallone, un mercenario col pedigree, viene contattato da Bruce Willis per uccidere un dittatore messicano, ma l’impresa si rivelerà più ardua del previsto. Così prima rinuncerà, ma poi la femmina di turno lo convincerà (un po’ per senso paterno, un po’ per ormoni in subbuglio) a riprendere la missione, ma questa volta con tutta la combricola di super amici.
Niente di particolare, niente di nuovo, a meno che non avete idea di cosa fosse il cinema d’azione prima di Matrix.
Insomma, un film fine a se stesso che rimarrà sicuramente nella storia come l’unico film in cui i due più grandi eroi del cinema del 900 si sono incontrati, anche se per pochi secondi. Personalmente spero che a questo esempio di collaborazioni vincenti possano seguire crossover geniali in cui Gandalf incontra Harry Potter, il capitano Picard uccide Jar Jar oppure dove Jack Sparrow salva Atlantide insieme a Guybrush e Indiana Jones.
Rimango dell’avviso che il film d’azione definitivo doveva comprendere Bud Spencer, Terence Hill, i gemelli Paul (o barbarians brothers), e pozzetto che si trasforma in Hulk.
“Sly, ci siamo vestiti come piace a te, perché non ci hai preso nel tuo film?” |