In un periodo pieno di impegni e neve, la redazione (…) trova anche il tempo di guardarsi film e recensirli. La pellicola in questione però soffre della stessa malattia di tutti i film con un 2 dopo il titolo, ossia è un seguito. Potrebbe mai avere senso recensirvi Iron Man due, senza prima parlarvi di Iron Man uno? Accendiamo la DeLorean e facciamo un salto indietro!Anno 2008.
Sarebbe bello, in questo periodo di guerra al terrorismo, se esistesse Iron Man. Tra tutti gli eroi passati sul grande schermo, ne mancava uno popolare, con un’identità anomala e interessante, un personaggio che non fosse nato sfigato per poi diventare un mito, che non si trasformasse per caso in qualcosa… serviva un eroe vero, credibile (eh?). Proprio come accadeva con i film di fantascienza usciti in piena guerra fredda, Iron Man basa le proprie fondamenta sull’esistenza di tecnologie avveniristiche e proprio come nel periodo della guerra fredda, il film non rinuncia a un po’ di sana critica sociale.
“I’m the Iron Man” |
Nel fumetto il protagonista viveva in piena guerra del Vietnam e proprio in Vietnam rimaneva “offeso” in seguito all’esplosione di una mina. La scheggia che gli rimase conficcata nel petto non raggiunse mai il cuore grazie all’impianto che gli fece il fisico Yin Sen, suo compagno di prigionia in Vietnam. Durante questa prigionia Tony Stark, questo il nome del protagonista, avrebbe dovuto creare armi per il boss della guerra Wong Chu, ma, invece di accontentare il suo rapitore, costruì un’armatura perfetta per evadere dalla prigionia.
Troppa concorrenza |
Fondamentalmente la storia è identica a quella del fumetto con la semplice variazione nella scelta del nemico: ora gli avversari iniziali non son più i Viet Cong ma i terroristi arabi.
In questa pellicola, dal punto di vista dello spasso è difficile trovare pecche. Il film si lascia guardare con picchi di piacevole esaltazione e gli effetti speciali in ogni momento fanno il loro dovere.
Menzione particolare va fatta per la straordinaria prova di Robert Downey Jr., ex Drogato di lusso, che ancora una volta riesce a mantenere le sue interpretazioni in un affascinante baratro di insoddisfazione, senza mai offrire espressioni convinte. Una malinconia nascosta da un atteggiamento un po’ burbero e di ostentata superiorità che trova la sua massima espressione nel personaggio eccentrico di Tony Stark, un Tony Stark che vive di luce propria grazie al supporto dei validi, anche se un po’ sprecati, comprimari di lusso (Gwyneth Paltrow e Jeff Bridges).
Il seguito promette armature più leggere |
Inoltre da plauso la scelta del regista di non cadere nello stile dark che ultimamente sembra andare molto di moda tra i film ispirati ai supereroi.
Insomma un blockbuster divertente, fedele agli schemi tipici dei fumetti, più vicino al primo Spider-Man che a Batman ma piacevole come entrambi.
Aggiungere patatine e Coca Cola per un’esperienza cinematografica completa.