Può una serie tv vivere in bilico tra lo stile pre e post Lost nel 2013? È concepibile uno sci-fi ambientato nel medioevo? Se Dan Brown è riuscito a mistificare con tanto successo il famoso artista italiano, perché non dovrebbe riuscirci un prodotto altrettanto ben confezionato?
Da Vinci’s Demons è fondamentalmente una via di mezzo tra uno Star Trek qualsiasi e un più complesso Lost. Se dal primo prende i personaggi stereotipati e l’autoconclusività delle puntate, dai telefilm moderni attinge a pieni mani nella presenza di una storia generale che va oltre la singola stagione, temporeggiando in ogni episodio con misteri e intrighi più o meno svelati.
Il rischio di tale scelta è grosso. Visti i fallimenti di Terra Nova, Stargate Universe o Alkatraz (la lista sarebbe lunga), il proporre un programma leggero ma allo stesso tempo ricercato potrebbe portare ad un terribile epilogo.
Il pericolo, fortunatamente, è stato sventato, ma per un niente! La serie scorre bene, il personaggio di Da Vinci, così come il papa e i Medici (o Medìci, per chi l’ha visto in lingua) sono ben caratterizzati e sufficientemente carismatici da “volerne ancora”.
In realtà per quanto questa prima serie sia accettabile, non lascia buona speranze per un seguito. Se si dovessero mantenere le stesse atmosfere probabilmente si finirebbe con il restringere il prodotto ad un pubblico di nicchia.
Da Vinci’s Demons senza nasconderlo, già dalle prime inquadrature, cerca di scopiazzare, ma senza esagerare, tutti i clichè che ultimamente vanno forte. Violenza, sesso esplicito con nudi integrali maschili e femminili, misticismo, enigmi alla Dan Brown e tecnologie quasi futuristiche (inevitabile visto il personaggio), sono all’ordine di ogni singola puntata.
Augurandomi di non aver assistito all’ennesimo Merlin o Robin Hood – due serie eccellenti che han sofferto di eccessiva ripetitività, spero di poter vedere nella seconda stagione quella luce che qui è stata mancata per poco.
[BONUS]
Prestate attenzione alla sigla. È palindroma. Ascoltata al contrario è uguale.