I film sportivi raramente riescono ad entusiasmare chi non è amante dello sport in oggetto.
Mi viene da pensare ai mille film americani su baseball o football, produzioni quasi sempre tecnicamente valide, ma che si vedono costrette a spostare il target su storie d’amore improbabili, su cali improvvisi di autostima dei protagonisti o più in generale su trame trite e ritrite in altre mille pellicole più o meno simili (pensate alla trama di Lo chiamavano Bulldozer e ditemi che non vi vengono in mente almeno altri 5 titoli dal canovaccio simile).
Ebbene Rush si distingue sensibilmente. Per quanto la trama parli del classico confronto tra il nerd che si impegna per vincere e il “figone sborone” che ha la vita facile, la realtà è che siamo di fronte ad una storia vera. Una storia che finisce in maniera piuttosto inaspettata.
Chi ha vissuto l’epoca d’oro di Niki Lauda e James Hunt sicuramente apprezzerà questo lavoro e molto probabilmente vedrà rievocarsi tanti ricordi. Per chi invece, come me, non sa nulla di F1 ante Schumacher, il film tiene incollati fino alla fine, con l’incredibile e rarissimo pregio di farti tifare un po’ per tutti.
Rush, oltre ad essere girato molto bene, ha un ritmo incalzante e mai noioso, nemmeno nelle scene di corteggiamento o amore, quasi sempre liquidate con qualche bel dialogo.
IN UN AGGETTIVO: Bello